Formule magiche, canzoni e filastrocche! La saga di Harry Potter ci ha abituati (anche) a tutto questo. Tra le nostre filastrocche preferite ci sono senza dubbio quelle del cappello parlante.
Eccole tutte!
La canzone del primo anno, 1991 — Harry Potter e la pietra filosofale (capitolo 7, Il cappello parlante)

«Forse pensate che non son bello,
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c’è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è a Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all’istante
Con me sarete in mani sicure
Perché io sono un Cappello Parlante!»
La canzone del cappello al quarto anno, 1994 — Harry Potter e il calice di fuoco (capitolo 12, Il torneo Tremaghi)

«Or son mille anni, o forse anche più,
che l’ultimo punto cucito mi fu:
vivevano allor quattro maghi di fama,
che ancora oggi celebri ognuno qui chiama.
Il fier Grifondoro, di cupa brughiera,
e Corvonero, beltà di scogliera,
e poi Tassorosso, signor di vallata,
e ancor Serpeverde, di tana infossata.
Un solo gran sogno li accomunava,
un solo progetto quei quattro animava:
creare una scuola, stregoni educare.
E Hogwarts insieme poteron fondare.
Ciascuno dei quattro una casa guidava,
ciascuno valori diversi insegnava:
ognuno stimava diverse virtù
e quelle cercava di accrescer vieppiù.
E se Grifondoro il coraggio cercava
e il giovane mago più audace premiava,
per Corvonero una mente brillante
fu tosto la cosa davvero importante.
Chi poi nell’impegno trovava diletto
del buon Tassorosso vinceva il rispetto,
e per Serpeverde la pura ambizione
contava assai più di ogni nobile azione.
I quattro, concordi, gli allievi diletti
sceglievan secondo criteri corretti.
Ma un giorno si dissero: chi li spartirà
quando ognuno di noi defunto sarà?
Così Grifondoro un modo trovava
e me dal suo capo veloce sfilava:
poi con i tre maghi una mente mi fece
capace di scegliere in loro vece.
E se sulle orecchie mi avrete calato,
voi state pur certi, non ho mai sbagliato:
nelle vostre teste un’occhiata darò
e alla Casa giusta vi assegnerò!»
Harry Potter e l’ordine della fenice — il quinto anno a Hogwarts, 1995 (capitolo 11, La nuova canzone del cappello parlante)

«Ai vecchi tempi in cui io ero nuovo,
e i muri Hogwarts erano appena creati,
i fondatori di questo nobile ritrovo
pensavano che non si sarebber mai separati:
loro avevano un identico volere,
uniti da un comune obiettivo profondo,
trasmettere il loro sapere,
nella migliore scuola magica del mondo.
“Insieme costruiremo e insegneremo!”
I quattro amici dicevano decisi
e loro non sognavan nemmeno
che qualcosa un giorno li avrebbe divisi.
Dove c’erano amici tali
come Serpeverde e Grifondoro?
A meno di non considerare rivali
Tassorosso e Corvonero?
Così come accadde che iniziaron a litigare?
Come potè finire l’armonia?
Poiché ero presente vi posso raccontare
tutta la storia per triste che sia.
Disse Serpeverde, “Noi insegneremo
solo a quelli di stirpe più pura.”
Disse Corvonero, “Noi insegneremo
a quelli di intelligenza sicura.”
Disse Grifondoro, “Noi insegneremo
a tutti quelli di maggior baldanza,”
Disse Tassorosso, “Noi insegneremo
a tutti quanti con perfetta uguaglianza.”
Questi divari causaron rancori
Che poterono trovar soluzione
quando ognuno dei quattro fondatori
ebbe una casa a disposizione
dove poter sistemare i prediletti.
Così ad esempio Serpeverde cui
toccarono solo purosangue perfetti
Astuti proprio come lui,
e solo quelli di mente più acuta
vennero scelti da Corvonero ,
i più coraggiosi di nuova venuta
lì prese Grifondoro il fiero.
Buona Tassorosso! lei prese il resto,
insegnando loro tutto ciò che sapeva,
così tra le case non c’era pretesto
che l’amicizia interrompeva.
Cosicché ad Hogwarts regnò la pace
per numerosi anni felici,
poi il disaccordo strisciò rapace
ad assalire i quattro amici.
Le case che, come quattro colonne,
hanno una volta sorretto il convento,
adesso, voltandosi le spalle,
cercan di prendere il sopravvento.
E la scuola sembrò destinata
ad andare incontro alla sua sorte,
a causa della dichiarata
guerra di amico ad amico alle porte.
Poi alla fine giunse il mattino
quando il vecchio Serpeverde partì
e sebbene la lotta si avviasse al declino
lui ci spezzò il cuore così.
E mai nessuno di quei fondatori
ha voluto ridurre a tre le case quà
per ricordare i passati allori
quando ancora regnava l’unità.
E ora il Cappello Parlante vi aspetta
e voi conoscete il racconto passato:
Vi ordino in case come una saetta
perché è per questo che fui creato,
ma quest’anno di più voglio fare,
ascoltate attentamente quello che dico:
Pur condannato a separare
che questo è un male io vi predico,
sebbene io darò al mio dover compimento
e divisi in quattro come sempre saremo,
mi chiedo adesso se lo Smistamento
non porterà alla fine che temo.
Oh, vediate il rischio, leggiate il segno,
della storia l’avvertimento antico
dice che Hogwarts è in pericolo estremo
per un esterno, mortale nemico
e per evitar di crollar su noi stessi
noi dobbiamo unirci in sodalizio
io ve l’ho detto, io in guardia vi ho messi
che lo Smistamento abbia inizio».
La maledizione dell’erede, 2017
«Faccio da sempre codesto mestiere,
di teste di studenti ne ho viste tante.
Dei pensieri sono il tesoriere,
sono il famoso Cappello Parlante.
Ho smistato generazione intere,
il buono, il gramo, il grosso, il medio e il fino.
Mi calchi in testa chi vuole sapere
a quale Casa lo aspetta il destino».