Una teoria ci spiega che non è stata l’Avada Kedavra che ha ucciso l’amato preside, ma è la caduta che lo ha ucciso.
Ecco perché?
Affinché una Maledizione imperdonabile abbia successo, l’incantatore deve volere d’avvero l’incantesimo, come Bellatrix dice a Harry al Ministero:
«Non avevi mai usato una Maledizione Senza Perdono, vero, ragazzo?» sbraitò. Aveva abbandonato la vocetta infantile. «Devi volerlo, Potter! Devi voler provocare dolore… goderne… una giusta collera non può farmi male per molto… ma ti insegnerò io come si fa, d’accordo? Ti darò una lezione…»
Bellatrix L’ordine della Fenice
e che Harry effettivamente scopre da solo quando usa Crucio su un Mangiamorte nella sala comune di Corvonero nell’ultimo libro.
In “Il principe mezzosangue”.Severus Piton non ha alcun desiderio di uccidere il professor Silente. Il suo cuore non è in questo “omicidio”.
Silente stava già morendo per la maledizione che Voldemort aveva posto sull’anello Gaunt. Il suo sistema era stato terribilmente danneggiato dalla pozione velenosa consumata nella grotta di Voldemort («Quella pozione… non era una tisana della salute…»).
Inoltre la sua morte era organizzata ed era a pochi centimetri da un pericoloso precipizio quando Piton gli puntò la bacchetta e pronunciò la maledizione.
Piton levò la bacchetta e la puntò contro Silente.
Il Principe Mezzosangue
«Avada Kedavra!»
L’Avada Kedavra richiede un profondo impegno psicologico.
Lo spiega molto bene il falso Moody durante la lezione in “Il calice di fuoco” …

«Avada Kedavra è una maledizione che ha bisogno di essere sostenuta da un grande potere magico: potreste estrarre tutti le vostre bacchette adesso, puntarle contro di me, e pronunciare le parole, e dubito che mi fareste uscire anche solo il sangue dal naso. Ma questo non ha importanza. Non sono qui per insegnarvi come si fa.
Piton fa esplodere Silente con un lampo di luce verde. Harry urla, ma l’urlo è silenzioso. L’ultimo incantesimo di Silente continua a rendere Harry immobile, incapace di muoversi o parlare. Silente cade a terra e muore. Solo allora Harry viene liberato. L’incantesimo restrittivo di Silente si ruppe quando la vita del preside finì: in fondo alla Torre di Astronomia, non in cima.
Uno zampillo di luce verde schizzò dalla punta della bacchetta di Piton e colpì Silente in pieno petto. L’urlo di orrore non uscì mai dalla bocca di Harry; silenzioso e immobile, fu costretto a guardare Silente scagliato in aria: per un istante parve restare sospeso sotto il teschio lucente, e poi cadde lentamente all’indietro, oltre le merlature, come un’enorme bambola di pezza, e scomparve.
Il Principe Mezzosangue

In “I Doni della Morte”, Harry considera la propria morte e riflette su quella di Silente. I suoi pensieri non sono per la maledizione mortale “Avada Kedavra”, ma al suo corpo spezzato ai piedi della torre.
La professoressa McGranitt attribuisce anche la morte di Silente ad un lungo calo e ad un atterraggio duro.
Dopo il suo duello con Piton, Piton salta da una finestra.
Piton è morto? chiede Harry.
«No, non è morto» rispose la McGranitt amareggiata. «A differenza di Silente, aveva ancora la bacchetta… e a quanto pare ha imparato qualche trucchetto dal suo signore».
I doni della Morte
Una teoria che può essere messa in dubbio, ma la trovo molto interessante e ben congegnata.