Il suo personaggio ha stravolto i canoni dei cartoon dell’epoca, portando temi come l’identità sessuale e la prostituzione. Ma in Italia ha subito forti censure
A volte basta un cartone animato per sovvertire dei canoni, per stravolgere degli stereotipi. Era il 10 ottobre 1979 quando per la prima volta sugli schermi giapponesi andava in onda “Lady Oscar”. Nata donna, ma cresciuta dal padre come un uomo, Oscar François de Jarjayes ha fatto subito discutere di sé per la sua identità sessuale ambigua, diventando uno dei personaggi più avanguardisti della storia. Con il suo portamento fiero, l’alone di mistero e la chioma bionda scomposta al posto dei boccoli, Lady Oscar si è presa gioco dell’immagine femminile stereotipata dei cartoni di un tempo e ha fatto dell’indipendenza il suo cavallo di battaglia. Ecco dieci curiosità, in occasione dei suoi quarant’anni.
1. A chi si ispira la storia di Lady Oscar?
La storia di Lady Oscar si ispira a quella di Marie-Jeanne Schellinck. Travestita da uomo, la donna si arruolò nell’esercito francese intorno al 1792 e si batté nello scontro di Jemappes. Il 10 novembre dello stesso anno venne nominata sottotenente e lasciò il servizio militare solo per sposare il suo tenente. Con lui combatté ancora fino al 1808 quando poi si ritirò a Lille.
2. Un Oscar è esistito davvero, ma era un uomo
Il nome di Lady Oscar è ispirato a quello di François Augustin Reynier de Jarjayes: un conte, cavaliere coraggioso che cercò di salvare la famigliare reale durante la rivoluzione e di far evadere la regina. Lui però fu punito con la ghigliottina.
3. Nel cartone animato ci sono tantissimi personaggi realmente esistiti
Il conte Hans Axel von Fersen, ad esempio, è realmente esistito: era il presunto amante di Maria Antonietta di Francia e organizzò la fuga a Varennes. Morì nel 1810, linciato dalla folla che lo accusava di aver avvelenato l’erede al trono di Svezia. Personaggi reali anche la contessa Du Barry, Jeanne Valois, la duchessa di Polignac.
4. Nella versione originale, si parlava anche di prostituzione
Proprio per l’ambigua identità sessuale, il cartone animato ha subito pesanti censure in Italia. Il timore era quello di non essere adatto a dei bambini, trattando temi come il sesso o la prostituzione. Già, la prostituzione. C’è una scena che appare molto diversa rispetto all’originale: quella di Rosalie che si lancia in strada davanti alla carrozza di Oscar, chiedendole l’elemosina per poter acquistare le medicine per la mamma ammalata. Nella versione originale, in realtà Rosalie faceva la prostituta, e durante il loro primo incontro si offre a Oscar in cambio del denaro che le occorre.
5. E di omosessualità
Anche in questo caso, pesanti furono i tagli nella scena del processo di Jeanne Valois. Nella versione originale, Jeanne muove pesanti accuse alla Regina, insinuando che avesse una amicizia ambigua sia con la Contessa di Polignac che con la strana donna che si veste come un uomo, vale a dire Oscar. Nella versione trasmessa in Italia, invece, le accuse di Jeanne sono molto più vaghe e non si fa nessun minimo accenno a relazioni omosessuali tra la Regina e le altre due donne.
6. La scena d’amore censurata
Mentre sta per esplodere la violenza della Rivoluzione Francese, Oscar e André trovano riparo dalla folla inferocita dei ribelli all’interno di un piccolo bosco. Qui finalmente si dichiarano l’uno con l’altra e fanno l’amore. La scena è stata ripetutamente tagliata e modificata, per evitare che potesse sembrare troppo “spinta”. I due personaggi, inoltre, nella versione italiana si dicono sempre “ti voglio bene”, mentre in realtà nella versione originale confessano chiaramente di essere innamorati l’uno dell’altra.
7. Il conflitto interiore di Lady Oscar
Lady Oscar viveva bene la sua identità sessuale? A giudicare dalla versione italiana del cartone animato, sì: si mostra sempre fiera e indipendente. Tranne in una scena: per amore del Conte di Fersen decide di presentarsi a corte vestita da donna. In realtà, nella versione originale l’eroina vive spesso momenti di conflitto interiore.
8. Madamigella Oscar
Nell’originale nipponico gran parte dei personaggi di contorno o sullo sfondo non sa che Oscar è una donna e si rivolge a lei con il suo titolo militare. In Italia diventa invece per tutti “Madamigella Oscar”.
9. La sigla di Lady Oscar
La sigla “Una spada per Lady Oscar” non è stata sempre cantata dalla voce di Cristina D’Avena. Nella prima messa in onda del 1990 in Italia, l’introduzione è cantata da Vincenzo Draghi. Dal 1991, invece, la voce è quella della D’Avena.
10. C’è un film su Lady Oscar, nato prima del cartone animato
Il film live action di Lady Oscar è nato ancor prima del cartone, nel ’78. Fu il regista Jacques Demy (Josephine) a scrivere e dirigere questo adattamento del manga di Riyoko Ikeda, scegliendo come protagonista l’inglese Catriona MacColl. In Italia il film arrivò con le voci dei doppiatori del cartone, per cavalcarne l’onda. La giovane Oscar François de Jarjayes era interpreta da una bambina londinese di dieci anni.